Tarocchi RIDER WAITE SMITH – [parte 1/4]

Il grande e compianto Fabrizio De Andrè, amante dei tarocchi, inserì questa frase in una canzone di un suo album:
“Saper leggere i Tarocchi è uguale a leggere il libro del mondo scritto con colori sgargianti, ma nessuna parola; un libro muto”.
Nati dall’ingegno di Arthur Edward Waite, esoterista e mistico inglese, e dalla mano della pittrice Pamela Colman Smith, sua discepola, sono un portale verso l’ignoto e verso la nostra anima!
Possiamo utilizzarli come strumenti di introspezione e crescita personale, o come dei compagni di viaggio per conoscerci meglio.
I Tarocchi sono 78 in totale: 56 Arcani Minori e 22 Arcani Maggiori
Gli Arcani minori si suddividono in 4 semi:
S P A DE – elemento ARIA
Le spade sono legate al piano mentale, al pensiero
ed alla parola.
È un seme caratterizzato da pericolosità,
ma anche adattabilità (elemento ARIA).
L’ASSO di SPADE, rappresenta molto bene
le possibilità e la pericolosità di questo seme!
B A S T O N I – elemento FUOCO
Indica imprese in generale, azione, energia da
esprimere, lavoro, autorità, energia sessuale,
viaggi! Il Cavaliere di Bastoni rappresenta proprio
l’idea dei viaggi e degli spostamenti, che
appartengono a questo seme!
C O P P E – elemento ACQUA
Il seme di Coppe rappresenta la dimensione
emotiva dell’esistenza e l’amore in tutte le sue
manifestazioni. Il 10 di Coppe, rappresenta l’amore
verso la famiglia, i figli, l’amore verso le proprie
creazioni mentali, e quindi ben rappresenta il seme
di Coppe!
PENTACOLI (o Denari) – elemento TERRA
Il Pentacolo è un simbolo magico, consistente in
una stella a 5 punte inscritta in un cerchio, che già
in epoca medievale veniva portato come amuleto
per proteggere dagli incantesimi. L’asso di
Pentacoli rappresenta al meglio questo seme!
ARCANI MAGGIORI
“La ricchezza simbolica degli Arcani Maggiori è tale da permettere un’ampia possibilità di lettura e di identificazione”.
È opinione del filosofo russo Demianovic Ouspensky (allievo di Gurdjieff), che dedicò parte del suo lavoro alla riflessione sui Tarocchi, che le 78 carte siano uno dei metodi di cui l’uomo dispone al fine di sviluppare una riflessione sulle “forze nascoste” della natura e dell’uomo stesso; egli inoltre pensava che, attraverso le carte, si possono insegnare gli elementi centrali del linguaggio esoterico.
Con gli Arcani Maggiori si toccano gli argomenti fondamentali della nostra vita! Rappresentano il destino e le lezioni più importanti della vita che ci aiutano a crescere!
Qualche esempio con alcuni significati degli Arcani estratti
0 – IL MATTO
La scena
C’è un giovane che sta camminando con una aria leggera, ha un vestito stampato a fiori colorati, guarda verso l’alto, verso il cielo, non guarda dove mette i piedi. Ai suoi piedi c’è uno strapiombo.
Il vestito stampato a fiori è simbolo della primavera, del preludio alla vita.
Ha in una mano una rosa bianca, e nell’altra mano ha un bastone dove è appesa la tipica borsa del viandante, piccola perché il viandante non ha bisogno di molte cose.
Sulla testa ha una piuma rossa, rivolta verso il sole; sullo sfondo ci sono montagne altissime innevate; Il Matto stesso sembra essere su una montagna molto alta; ai suoi piedi c’è un cagnolino con le zampe sollevate, nel tipico gesto del cane quando fa le feste o nel gesto di un cane preoccupato che cerca di avvisare il suo padrone che c’è uno strapiombo, nel quale potrebbe cadere.
Qui il sole è bianco, mentre è giallo sugli altri Arcani.
Perché questo sole del Matto è bianco??
Tutto è disegnato con uno scopo ben preciso: il sole visto non come astro, ma come Luce Divina; le montagne altissime ci portano a ciò che è più vicino a Dio.
Ed il Matto, che si trova su una montagna altissima, vicino ad un sole bianco, è vicino a Dio.
Nella mano ha un fiore bianco; per alcuni è una rosa simbolo dell’Anima.
La piuma è rivolta verso il sole; quindi è vicinissima a Dio.
Il Matto affronta le difficoltà della vita, rappresentate dalle montagne impervie, con la purezza rappresentata dalla rosa bianca.
Egli è l’immagine dello spirito totalmente libero. Ha l’energia e l’entusiasmo che pervade quanti intraprendono un nuovo percorso esistenziale.
II – LA PAPESSA
La scena
un tempio su di un’isola, sulle rive di un mare blu, calmo. In lontananza si intravedono le sponde della terraferma. Una dama dall’aspetto austero e solenne, avvolta in un’ampia veste azzurra, siede su una panca di pietra, fra due colonne, una bianca ed una nera su cui sono incise due grandi lettere.
Le colonne sono identificate con i nomi di BOHAS, la Mitezza, principio femminile; e JAKIN, la Forza, principio maschile.
La vita è fondata sull’esistenza dei contrari, ossia sul Principio di Polarità: attivo/passivo; maschile/ femminile; bene/male; sole/luna; ma più che contrapposti, sono complementari.
Chi comprende questa Carta comprende che il bene ed il male, l’amore e l’odio, la luce e le tenebre sebbene contrari nelle loro manifestazioni, sono i due aspetti di una medesima realtà.
Non serve a nulla lottare contro il “destino cinico e baro”; occorre solo imparare ad utilizzare le difficoltà e le prove, per trasformarle in energie costruttive.
Alle sue spalle un drappo raffigurante un rigoglioso giardino di frutti esotici tra cui si notano palme e melograni disposti come le Sephiroth dell’Albero della Vita.
L’Albero della Vita è una rappresentazione ideale del Creato e della Creazione; rappresenta anche il percorso evolutivo dell’uomo.
Il legame con i Tarocchi diviene subito evidente quando si nota il fatto che i percorsi esoterici, all’interno dell’Albero della Vita, sono 22, come il numero degli Arcani Maggiori.
IV – L’IMPERATORE
La scena
L’Imperatore è seduto su un trono di pietra grigia; sullo sfondo un paesaggio arido e roccioso; è protetto da un’armatura; ha in mano i simboli del potere regale.
Il suo sguardo è severo e autorevole. Sul trono sono scolpite 4 teste di ariete.
Questa Carta parla, in primo luogo, di rigidità e attaccamenti; è il momento adatto per liberarsi da abitudini ripetitive e monotone, attraverso una presa di coscienza del motivo per cui si è come bloccati in questa meccanicità: occorre valutare quanto tali abitudini siano radicate nella personalità, e se sono indispensabili.
Ma la liberazione dalle rigidità non significa che bisogna gettare alle ortiche il giusto rigore e la retta disciplina verso se stessi e verso gli altri, soprattutto se rigore e disciplina sono amorevoli: è grazie a tali qualità che si può essere in grado di riorganizzare la propria esistenza.
L’Imperatore da un lato risulta duro e distante, dall’altro compassionevole e autorevole: è difficile definire il suo sguardo, ad un tempo sereno, severo, preoccupato, saggio, responsabile, gentile, clemente. Ciascuno scorgerà nel suo volto ciò che il proprio piano interiore ha bisogno di vedere, o è in grado di vedere.
A livello pratico l’Imperatore può rappresentare il padre, il capo, la figura paterna; la legge.
V – Il PAPA o Lo JEROFANTE (colui che spiega le cose sacre)
Nell’antica Grecia lo Jerofante era un alto sacerdote che aveva lo scopo di “mostrare le cose sacre” durante le celebrazioni.
La scena
un pontefice benedicente, seduto in trono tra due massicce colonne di pietra. La veste rossa, la tiara dorata i numerosi simboli del potere ecclesiastico, indicano che questo personaggio è un’altissima autorità religiosa.
È decisamente giovane; ha in testa una grande tiara; indossa un enorme vestito rosso; nella mano sinistra tiene una croce triplice, o croce pontificia che rimanda al Vescovo di Roma, patriarca dell’occidente e discendente diretto di San Pietro. Con l’altra mano fa il tipico gesto benedicente papale. Accanto a lui ci sono due enormi e imponenti colonne, simbolo della materia.
Ai suoi piedi ci sono due fraticelli; uno ha un vestito con stampate delle rose rosse (l’amore Divino), e l’altro ha lo stesso vestito ma con stampati dei gigli bianchi (purezza dell’Anima).
Il Papa è seduto su un trono, il quale è posizionato sopra una cassapanca di legno, dove sono incise due chiavi incrociate: le chiavi di San Pietro, le chiavi del Paradiso.
La cassapanca è fatta per essere aperta, ma se ci si siede sopra non è più possibile aprirla.
Sembra che il Papa dica: possiedo le chiavi del paradiso, ma le tengo strette; e se tu vuoi andare in paradiso, devi passare attraverso me.
Sia la tiara papale, sia lo scettro-croce portati dal Papa, ci parlano di un potere temporale, materiale.
L’altra mano è nel classico gesto benedicente papale.
Controparte maschile della Sacerdotessa, che simboleggia l’intuizione, il Papa esprime intelligenza analitica; rappresenta la legge naturale, la giustizia, la redenzione e il potere di guarire.
Rappresenta anche la società tradizionale, l’educazione; e nello stesso tempo è il “pontefice”: il “costruttore di ponti”, quello che ti porta aldilà e cioè il Maestro.