Simbologia dei Tarocchi

I Tarocchi sono senza dubbio uno degli strumenti più affascinanti di cui l’uomo dispone per comprendere il percorso evolutivo della propria esistenza.

Anch’essi, come nel caso dell’Astrologia,  de “I Ching”, o di altri sistemi divinatori, sfruttano il potenziale conoscitivo espresso da simboli  ed archetipi.

I Tarocchi, però, lasciano alla persona che li utilizza anche una grande libertà interpretativa, stimolando e accrescendo le  sue capacità intuitive.

Rispetto ad altri sistemi, l’interrogante svolge un ruolo cruciale, poiché è lui che estrae la Carte dal mazzo. Questo aspetto è assai importante, in quanto al consultante non potrà sfuggire il legame che si instaura tra lui, il suo Sé Superiore ed ogni Carta che estrae.

Ed è assai probabile che nel consultante si formi la percezione che qualcosa gli stia parlando; facendogli intuire che il “gioco dei Tarocchi”, ha un grande valore per il suo percorso evolutivo.

In questa prospettiva il “Tarologo” (“colui che si diletta nella lettura dei tarocchi”; e non più il “cartomante”, il quale prometteva di predire il futuro), diventa un semplice strumento interpretativo di un messaggio che il consultante desidera gli venga reso noto. Questi, in tal modo, sarà portato ad accettare con maggiore facilità il messaggio che gli viene trasmesso dai Tarocchi; in secondo luogo si adopererà con maggiore impegno nel percorso di trasformazione positiva che il responso cerca di attivare in lui, sapendo che a parlargli è il suo Sé Superiore.

 

Fabrizio De Andrè, amante dei tarocchi, in una frase inserita in una canzone del suo ultimo album, scrive: “Saper leggere i Tarocchi è uguale a leggere il libro del mondo scritto con colori sgargianti, ma nessuna parola; un libro muto”.