L’apertura del cuore

Il tema dell’apertura del cuore viene spesso proposto generando un’aspettativa che non può essere soddisfatta in un seminario o in eventi anche intellettualmente o filosoficamente evoluti. Si tratta di un processo che richiede un grande lavoro su sé stessi e il superamento di ogni aspettativa.

Quello che possiamo fare è prenderci cura del nostro giardino interiore, piantare dei semi e accudirli fino a vederli sbocciare. Gli strumenti fondamentali sono l’intento e l’osservazione, imparando a riconoscere i segnali che si manifestano indicandoci che stiamo operando nella giusta direzione.

Uno sguardo al sistema dei chakra, proveniente da una cultura millenaria integrata nell’induismo, ci permette di comprendere come questi vortici energetici influenzino il nostro atteggiamento nei confronti della vita e le condizione psico-fisiche, energetiche e spirituali del nostro essere.

I chakra sono dei corpi sottili, non sono visibili, ma sono connessi ad alcune ghiandole endocrine e organi interni. Sono collegati tra loro da due nadi principali (canali energetici), Ida e Pingala, che attraverso un percorso di purificazione possono attivare la nadi centrale, Sushumna, canale che, una volta liberato permette l’ascensione di Kundalini.

Di qui il termine Kundalini Yoga, le cui radici affondano nel Tantra Yoga. Anche Patanjali, negli Yoga Sutra, espone i processi di purificazione e gli eventi che si manifestano nelle varie fasi del percorso.

Anahata, nel sistema dei sette chakra principali, rappresenta il confine tra i tre centri inferiori necessari alle funzioni più materiali (stabilità e sicurezza, sessualità, potere personale) e i tre centri superiori deputati allo sviluppo delle facoltà più sottili (la comunicazione, l’intuizione e l’intelletto, la spiritualità).

Alcune pratiche di Hatha Yoga e di Pranayama, possono stimolare l’apertura del loto del cuore (inizialmente temporanea), lasciandoci intravedere le potenzialità di questo processo. Il senso del tatto, collegato al cuore, sarà più sottile, i nostri desideri perderanno la loro connotazione egoica, introducendoci allo stato di Ananda, la gioia come onda portante della nostra vita.